Nel 2016 l’industria ceramica si è confermata tra i comparti più dinamici nell’ambito della filiera delle costruzioni. Il consuntivo presentato all’assemblea dei soci di Confindustria Ceramica del 7 giugno ha fornito un quadro decisamente positivo: la produzione nazionale di piastrelle ha recuperato i livelli pre-crisi raggiungendo 416 milioni di metri quadrati (+5.4% sul 2015), tali da consentire vendite per 414.5 milioni di metri quadrati (+4.5%). L’incremento è risultato più marcato (+5.9%) in termini di fatturato grazie al miglioramento dei prezzi medi, ormai prossimi ai 14 euro per metro quadro.
Si conferma cruciale il ruolo del commercio estero, con una quota di esportazioni su fatturato pari all’85%; la crescita dei flussi di export ha superato il 6% (a valore), beneficiando di una particolare dinamicità delle vendite sui mercati tradizionali dell’Europa Occidentale (Spagna, Germania e Francia). I primi, cauti segnali di ripresa dell’edilizia nazionale hanno, peraltro, favorito un’inversione di tendenza delle vendite sul mercato interno (83 milioni di mq, +3.2%), sia pure su livelli ancora fortemente ridimensionati rispetto agli anni precedenti alla crisi.
Fattore determinante per il successo del distretto ceramico rimane il processo di riqualificazione produttiva – attraverso l’adozione delle tecnologie più evolute, l’ammodernamento degli stabilimenti e delle linee produttive – che si è tradotto in un nuovo livello record degli investimenti, in crescita per il terzo anno consecutivo (400 milioni di euro, +14% sull’anno precedente). Un’ulteriore accelerazione è attesa per il 2017 sulla spinta degli incentivi previsti dal piano Industria 4.0.