Specializzazione che hai, Paese (nuovo) che trovi

Specializzazione che hai, Paese (nuovo) che trovi

8 febbraio 2019

Andrea Dossena

L’analisi delle specializzazioni all’export dell’industria italiana evidenzia come al crescere del livello di specializzazione si riesca a raggiungere un numero più ampio di mercati esteri e a servirli con valori di export mediamente più elevati

 

In precedenti articoli, avevamo evidenziato le peculiarità delle specializzazioni italiane all’export, tra la loro elevata numerosità e incidenza sul valore dell’export e la loro scarsa complessità.

In questo articolo, grazie all’elevata articolazione dei dati di Prometeia MIO, valuteremo se la presenza o meno di una specializzazione (per i circa 5000 prodotti considerati) determini strategie e risultati diversi in termini di diversificazione geografica dei mercati di sbocco (tra i primi 70 dell’export italiano).

La Figura 1 mette in luce un’evidenza significativa: per tutti i settori analizzati, i prodotti in cui l’Italia evidenziava nel 2017 una specializzazione (definita, lo ricordiamo, come quota mondiale superiore alla quota media italiana e saldo commerciale positivo) sono mediamente esportati su un numero più ampio di mercati (54 contro 32).

 
Complessità provinciale e sviluppo economico in Italia
 

Un risultato che conferma l’importanza delle specializzazioni nel garantire alle imprese italiane maggior competitività e riconoscibilità dei propri prodotti sui mercati internazionali e, indirettamente, una maggior capacità organizzativa e commerciale delle imprese che operano all’interno delle specializzazioni.

Evidente anche, ma con alcune importanti eccezioni legate a caratteristiche settoriali, il legame tra specializzazioni e valori mediamente esportati nei mercati internazionali (Figura 2): una media di 5.8 miliardi di dollari per mercato nei prodotti di specializzazione contro i 4 miliardi circa di quelli senza specializzazione (+43%).

 
Complessità provinciale e sviluppo economico in Italia
 

È importante notare come, in molti dei settori chiave del manifatturiero italiano (il comparto meccanico in particolare, ma anche mobili, pelletteria, bevande), la differenza tra valori medi esportati nei prodotti di specializzazione e negli altri sia molto sostanziale, quasi a testimoniare come l’accesso ai mercati internazionali sia garantito solamente a quelle imprese in grado di competere con caratteristiche molto distintive della propria offerta.

Al netto di elettronica ed estrattive, in cui l’Italia presenta trascurabili caratteristiche di specializzazione, va invece segnalata l’eccezione costituita dai mezzi di trasporto su gomma e da tutto il comparto chimico, con valori di export sensibilmente più elevati nei prodotti di non specializzazione. Si tratta di settori in cui la produzione mondiale è organizzata e determinata dall’esistenza di poli continentali e da una fortissima incidenza degli scambi tra imprese appartenenti a uno stesso gruppo; è quindi probabile che questi elementi concorrano a determinare l’entità dell’export italiano, a prescindere da aspetti legati alla specializzazione delle imprese italiane stesse.

Iscrivendosi ai servizi di Prometeia MIO è possibile, per le aziende, verificare il proprio posizionamento sui mercati internazionali in relazione a quello dei concorrenti italiani ed esteri con un dettaglio merceologico che può arrivare all’ottava cifra dei codici di Nomenclatura combinata e, per gli stakeholder delle politiche e campagne di internazionalizzazione, usare i microdati per individuare opportunità e minacce con il desiderato livello di dettaglio settoriale.