Ricerca e Innovazione, l’attuazione delle politiche di coesione 2014-2020

Ricerca e Innovazione, l’attuazione delle politiche di coesione 2014-2020

31 ottobre 2018

Roberta Francescon

A metà dell’attuale ciclo di programmazione i progetti attivati sono oltre 5 mila per un valore di 2,4 miliardi di euro di finanziamento pubblico. La distribuzione territoriale dei progetti evidenzia una maggiore capillarità al Centro Nord a fronte di una superiore dimensione media nel Mezzogiorno. Approfondisci con Prometeia MIO le attività di ricerca e innovazione dei territori e dei settori economici italiani

 

Nel corso del tempo le politiche di coesione hanno promosso una molteplicità di interventi volti a sostenere la capacità di produzione e utilizzazione di ricerca e tecnologia, con l’obiettivo di incrementare o consolidare le potenzialità di crescita dei territori. L’Accordo di Partenariato 2014-2020 ha affidato alle Strategie di Specializzazione Intelligente (S3) il compito di orientare lo sviluppo competitivo dei territori in modo coerente con le loro capacità e aspirazioni di innovazione.

Le S3 rappresentano quindi delle strategie di transizione, che hanno lo scopo di rendere esplicite le modalità con cui ogni regione intende riorientare il proprio sviluppo, attraverso processi di specializzazione tecnologica e diversificazione produttiva.

 
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Questo breve articolo vuole illustrare lo stato dell’arte sull’attuazione delle politiche di coesione in tema di Specializzazione Intelligente, in corrispondenza della metà dell’attuale ciclo di programmazione. Per farlo sono stati presi in esame i dati dell’Agenzia per la Coesione Territoriale sui progetti riferibili al tema sintetico Ricerca e Innovazione che risponde all’obiettivo tematico UE “Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione”.

Al 30 aprile 2018, secondo gli Opendata dell’Agenzia, i progetti in attuazione sono 5.218, per un valore complessivo di 2,4 miliardi di euro di finanziamento pubblico [1]. Le risorse private attivate da questi progetti ammontano a 1,5 miliardi di euro, per un totale di risorse pari a 3,9 miliardi di euro. Il finanziamento pubblico proviene per il 75% dal bilancio europeo (Fondi strutturali – FESR) integrato dalla relativa quota di cofinanziamento nazionale, mentre le risorse allocate attraverso i Programmi nazionali (FSC e PAC 2014-2020) rappresentano, insieme, il restante 25%.

 
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L’incentivazione delle attività di innovazione e ricerca delle imprese si conferma prioritaria come nel precedente ciclo di programmazione. I progetti che hanno natura di incentivo ad unità produttive sono 4.890 per un valore prossimo a 1,7 miliardi di euro di finanziamento pubblico (70% del totale).

Gli incentivi sono in gran parte destinati a sostenere lo sviluppo di nuove tecnologie e l’innovazione di processi e prodotti, anche attraverso l’acquisizione di impianti e macchinari da parte delle imprese.

I progetti classificati come acquisti di beni e realizzazione di servizi rappresentano il 16% delle risorse pubbliche.  Sono 48 le iniziative volte allo sviluppo del potenziale umano nel settore della ricerca e dell’innovazione; si tratta in larga parte di contributi a persone per progetti di ricerca svolti presso Università, Enti e Istituti di ricerca (Tab. 1).

 
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L’analisi della distribuzione territoriale dei progetti evidenzia una forte disparità tra Centro Nord e Mezzogiorno in termini di numerosità, mentre emerge un maggiore equilibrio tra le due aree se si guarda al valore delle risorse pubbliche e private coinvolte. Gli interventi sono caratterizzati, quindi, da una maggiore capillarità nel Centro Nord rispetto al Mezzogiorno, dove la dimensione media dei progetti risulta significativamente superiore. Considerando il solo finanziamento pubblico il valore medio di un progetto si aggira infatti sui 200 mila euro nell’area più sviluppata (quasi 400 mila euro tenendo conto anche delle risorse private), mentre supera un milione di euro (2 milioni con l’apporto privato) nell’area che comprende le regioni meno sviluppate e in transizione (Tab. 2).

Risulta parzialmente differente anche la tipologia degli interventi finanziati nei due territori che sembrano riprodurre le attuali specializzazioni produttive. I progetti maggiormente finanziati al Centro Nord riguardano lo sviluppo tecnologico (44%) e le attività di ricerca (25%), seguiti a maggior distanza dall’innovazione di processi e prodotti (14%) e dall’investimento in impianti e macchinari per il commercio e i servizi (10%). Quest’ultima tipologia è invece la più frequente nel Mezzogiorno (60%), a cui seguono gli interventi finalizzati allo sviluppo tecnologico (35%); più marginali i finanziamenti destinati alle attività di ricerca e all’innovazione di processi e prodotti, mentre sono assenti quelli per l’industrializzazione dei risultati della ricerca (Tab. 3).

 
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La geografia regionale evidenzia l’elevato numero di progetti localizzati nelle aree più sviluppate del Centro Nord, con Veneto (987) ed Emilia Romagna (834) che insieme ospitano il 35% dei progetti, cui seguono Toscana, Lombardia e Piemonte.

Considerando il finanziamento pubblico la classifica risulta invece dominata dalla Campania, i cui 347 progetti assorbono 561 milioni di euro di risorse pubbliche e 427 milioni di risorse private. Il valore medio di un progetto in questa regione è di 1,6 milioni di euro se si considera il finanziamento pubblico e di 2,8 se si considera anche quello privato. Tra le altre regioni del Sud emergono Sicilia, Calabria e Abruzzo con valori medi di progetto piuttosto elevati (Fig. 1).


 
 
[1] Secondo i dati di monitoraggio al 31 ottobre 2017, nel ciclo di programmazione 2007-2013 i progetti sono stati 21.235 per un valore di 8,8 miliardi di euro di finanziamento pubblico, a cui si sono associate risorse private per un ammontare pari a 3,6 miliardi di euro (cfr. Pillola di OpenCoesione n. 39 – 19 aprile 2018, Agenzia per la Coesione Territoriale – OpenCoesione).