Mezzogiorno, la disoccupazione ancora sopra i valori 2008

Mezzogiorno, disoccupazione ancora sopra i valori del 2008

1 febbraio 2018

sonia.neri@prometeia.com

Solo nel 2024 la percentuale di senza lavoro tornerà ai livelli pre-crisi al Nord, al Centro nel 2028. Tempi ancora più lunghi al Sud

 

L’ultimo aggiornamento del nostro servizio Scenari per le economie locali ci mostra che nel 2018 il tasso di disoccupazione, sebbene in calo in tutte le ripartizioni, risulta ancora decisamente al di sopra dei valori sperimentati nel 2008, prima dell’avvio della crisi. Se in Italia la disoccupazione è ancora oltre 4 punti percentuali al di sopra di quella di 10 anni fa, nel Mezzogiorno la distanza supera i 7 punti percentuali, che tradotta in occupazione significa oltre 400 mila unità di lavoro in meno. E nel resto d’Italia? Nel Nord Ovest, la disoccupazione prevista quest’anno al 7,1% è quasi 3 punti percentuali superiore a quella del 2008. Nel Nord Est, che vanta il minore tasso di disoccupazione, come del resto nel 2008, ancora 2,4 punti percentuali da erodere, il Centro 3,4.

 
Fig. 1 – Il tasso di disoccupazione (%)
Mezzogiorno, disoccupazione ancora sopra i valori del 2008
Fonte: Istat e Prometeia, Scenari per le economie locali, gennaio 2018
 

Questo significa che, secondo l’ultimo scenario territoriale di Prometeia, solo nel 2024 al Nord la disoccupazione tornerà ai livelli pre-crisi, mentre al Centro sarà necessario raggiungere il 2028; per il Mezzogiorno si prospettano tempi ancora più lunghi.

 
Fig. 2 – PIL per abitante (migliaia di €)
Mezzogiorno, disoccupazione ancora sopra i valori del 2008
Fonte: Istat e Prometeia, Scenari per le economie locali, gennaio 2018
 

E sul fronte del PIL cosa sta succedendo? È il Nord Ovest a vantare il valore del PIL per abitante più elevato, mentre il Sud nel 2018 continua ad essere l’unica ripartizione al di sotto della media nazionale. Questo non ha comunque impedito al Mezzogiorno di recuperare terreno più velocemente di quanto non abbiano fatto nello stesso periodo non solo le regioni dell’Italia Centrale, ma anche quelle nord-occidentali. E il gap allora? Resta comunque elevato.