Sapore di mare, l’economia costiera fra servizi e turismo

Sapore di mare, l’economia costiera fra servizi e turismo

27 luglio 2018

Leonardo Catani

Sono oltre 600 i comuni italiani bagnati dal mare; sviluppano un’economia principalmente basata sui servizi che vale un quarto del valore aggiunto del Paese. Accolgono oltre la metà dei turisti. Anche al Sud non mancano territori con una produttività elevata e un’offerta di qualità

 

In questo periodo di sole e partenze estive, il richiamo delle vacanze ci ha fatto nascere la curiosità di comprendere meglio come si articola l’economia delle località di mare della nostra Penisola. Grazie alla banca dati territoriale MIO, abbiamo condotto una breve analisi sui territori della costa italiana.

Sono oltre 600 i comuni italiani bagnati dal mare; in questi territori risiede il 27% della popolazione, concentrata principalmente nei grandi capoluoghi di regione (Roma, Napoli, Genova, Palermo, Bari, Venezia). Il valore aggiunto sviluppato [1] vale un quarto di quello prodotto nel Paese (il comune di Roma da solo vale oltre il 7%) ed è stato creato principalmente nel settore dei servizi e del turismo. A fronte di una incidenza media del settore terziario del 58%, nei comuni litoranei il settore pesa per oltre il 70%. In questi comuni vengono accolti oltre la metà dei turisti del Paese; anche escludendo Roma, Venezia e gli altri grandi centri, il tasso di attrattività turistica in rapporto alla popolazione rimane elevato anche per i comuni meno urbanizzati.

L’incidenza dell’occupazione in settori legati al turismo [2] è più elevata rispetto alla media nazionale e cresce nei comuni a minor urbanizzazione. Sono molti inoltre i comuni di piccole dimensioni che hanno una struttura economica molto concentrata sul turismo; quest’ultimo pesa più del 50%, ad esempio, solo per citare le più famose, a Portofino, le Isole tremiti, Riomaggiore, Amalfi.

 
Sapore di mare, l’economia costiera fra servizi e turismo
Elaborazioni Prometeia su Dati Istat.
 

Abbiamo cercato di comprendere se la specializzazione nel settore dei servizi si accompagna ad una elevata produttività del lavoro. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo creato un indicatore di produttività “standardizzato” che è depurato dagli effetti di composizione settoriale [3]; in questo modo, la produttività di territori differenti può essere confrontata anche se questi hanno una struttura economica differente.

I risultati mostrano che i territori costieri hanno in media una produttività dei servizi inferiore rispetto a quella nazionale e che sussiste un divario fra Nord e Sud e fra centri urbani e non; tuttavia, come è possibile vedere in figura 1, il Meridione esibisce un quadro variegato che evidenzia come alcuni territori abbiano saputo sviluppare un’offerta di servizi articolata e qualificata. Anche all’interno delle stesse regioni, e fra comuni contigui, i divari possono essere rilevanti; soprattutto in territori a forte vocazione turistica, esistono spazi per un upgrading qualitativo nell’offerta di servizi a maggior valore aggiunto. 

 
Sapore di mare, l’economia costiera fra servizi e turismo
Elaborazioni Prometeia su Dati Istat.
 
 
[1] Nei settori dell’industria e dei servizi non finanziari; anche nel resto dell’analisi si fa riferimento a questo perimetro.
[2] Trasporti, alberghi e ristoranti, noleggio, agenzie di viaggio, attività ricreative e culturali.
[3] La produttività di ogni territorio viene confrontata con quella teorica che dovrebbe avere se ogni settore avesse una produttività uguale a quella media italiana.