Il 17 luglio è stata attivata la procedura per richiedere il contributo destinato ai bambini nati o adottati dal 2016 in avanti frequentanti un asilo nido nel corso del 2017; l’importo per bambino è di circa 90 euro al mese per 11 mensilità per un totale massimo di 1000 euro annui. L’obiettivo del provvedimento è sostenere l’occupazione femminile e agevolare il rientro nel mondo del lavoro (o evitarne la fuoriuscita).
Le domande vengono accolte fino a disponibilità di budget: la legge finanziaria ha stanziato 144 milioni di euro per il 2017 che corrispondono ad almeno 144 mila utenti potenziali ad importo pieno. Stimiamo che per il 2017 l’effetto di attivazione di utenza addizionale sia limitato sia perché il provvedimento è entrato in vigore a metà anno (anche se retroattivo) quando le iscrizioni ai nidi pubblici per la maggior parte sono chiuse sia perché si rivolge ad una fascia di età di bambini caratterizzata da un basso utilizzo dei servizi per l’infanzia.
Grazie a Prometeia MIO – Territorio, abbiamo effettuato una simulazione che tiene conto del numero di nascite per regione e per mese da gennaio 2016 e i tassi di frequenza attuali dei servizi di asilo nido pubblici e privati; nonostante il forte incremento atteso della frequenza con la partenza del nuovo anno scolastico, il budget per il 2017 è ampiamente sufficiente ad accogliere le domande degli attuali utilizzatori e degli eventuali utenti addizionali. Nel 2017 stimiamo una spesa complessiva di circa 100 milioni di euro, corrispondente a 100 mila famiglie a contributo pieno.
Per il 2018 e il 2019 vengono messi a disposizione rispettivamente 250 e 300 milioni di euro; se non cambieranno i criteri di accesso (nati dal 2016), il budget dovrebbe essere sufficiente ad accogliere le richieste degli utenti ma nel 2019 lo spazio per incrementi di utilizzo dei servizi (obiettivo principale del provvedimento) potrebbe essere contenuto. A limitare il potenziale del provvedimento potrebbe inoltre essere la scarsa elasticità dell’offerta di posti, soprattutto al Nord e per la parte pubblica.
In termini di numerosità assoluta le famiglie che beneficeranno di più del contributo saranno quelle del Nord dove i tassi di frequenza sono più del doppio rispetto al Sud; in termini di sconto sulla retta pagata, invece, i maggiori guadagni saranno nel meridione dove si pagano 1300 euro all’anno contro una media italiana di 2200 euro (Fig.1).