L’analcolico italiano conquista l’estero

L’analcolico italiano conquista l’estero

6 dicembre 2017

giampaolo.morittu@prometeia.com

Dal 2010 al 2016 il settore bevande dissetanti si è contraddistinto per una crescita dell’89% delle esportazioni

 

Negli ultimi anni l’industria italiana delle bevande ha impresso una significativa accelerazione nel processo di apertura ai mercati esteri. Se per il settore del vino, prodotto simbolo del nostro Made in Italy, il fenomeno dell’internazionalizzazione ha avuto inizio ben prima della grande crisi, per altri settori del comparto l’aumentata propensione all’export è un evento relativamente recente. È il caso del microsettore Prometeia delle bevande dissetanti e delle acque minerali che, dal 2010 al 2016, si è contraddistinto per una crescita cumulata delle esportazioni in valore dell’89%, arrivando a destinare poco meno del 20% della produzione ai mercati esteri (circa 900 milioni, più del doppio rispetto alla prima metà del decennio scorso).

Si tratta della performance più dinamica all’interno del comparto delle bevande e tra le migliori dell’intero manifatturiero nazionale.

L’ottima performance sui mercati esteri, unitamente alla ripresa della domanda interna degli ultimi due anni, si è riflessa sui risultati economico-finanziari delle imprese. La redditività operativa media del settore è sostanzialmente raddoppiata in meno di 10 anni, con un Roi collocatosi stabilmente su livelli in doppia cifra (15.6% nel 2016), i più elevati nel panorama dell’industria di trasformazione alimentare.

 
Fig.1: Evoluzione delle esportazioni: prezzi correnti, var.%
Fonte: Prometeia MIO (Market Insight Outlook)
 

Le prime cinque imprese del settore sviluppano oltre il 60% dell'intera produzione

Il dato medio cela, tuttavia, risultati fortemente differenziati tra le imprese appartenenti alle diverse classi dimensionali. Nel settore delle bevande analcoliche operano, infatti, imprese di dimensioni medio-grandi a fianco di piccole realtà attive unicamente su mercati locali, le cui opportunità di crescita sono legate ai minori costi di trasporto e alla presenza di canali alternativi alla grande distribuzione organizzata. Il livello di concentrazione è molto alto: le prime cinque imprese del settore sviluppano oltre il 60% dell'intera produzione. Si tratta di un settore maturo, caratterizzato dalla presenza di forti economie di scala e da una grande attenzione delle imprese alla comunicazione. 

I buoni risultati sui mercati esteri e in termini di redditività sono pertanto ascrivibili in larga parte ai top-player del settore (tra cui le grandi multinazionali del beverage), sebbene non manchi un nutrito gruppo di medie imprese capace negli ultimi anni di vincere la sfida dell’internazionalizzazione limitatamente (per ora) ai vicini mercati dell’Europa Occidentale. La ripresa dei consumi interni nel biennio 2015-’16 ha inoltre dato respiro alle imprese più piccole per le quali la domanda interna rappresenta, il principale (quando non l’unico) mercato di riferimento. 

 
Fig.2: Evoluzione del Roi 
Fonte: Prometeia MIO (Market Insight Outlook)